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Le scatole di cartone, ovvero il Packaging della Logistica

Un prodotto nasce e si mette in cammino. Dovrà sopportare scuotimenti, intemperie e imprevisti. Dovrà essere caricato scaricato ed ancora caricato e scaricato fino all’agognata destinazione. Chi lo proteggerà durante questo complesso percorso?

Una scatola di cartone!

Semplice? Non proprio. Ne abbiamo parlato con Stefano Ingafù proprietario della Oltr3 srl, azienda operante nella fornitura di scatole per imballaggi e logistica.

Stefano, quanto è variegato il mercato delle scatole di cartone?

Iniziamo col dire che una scatola di cartone si può differenziare per tipologia di materiale, per grammatura, per struttura (liscia o ad onda), per il tipo di chiusura. Già tutto questo può rendere l’idea di quanto possa essere vasto il settore.

Ciò premesso e per semplificare, preferirei parlare della scatola più utilizzata nell’ambito della logistica, la cosiddetta scatola di cartone comunemente chiamata americana. Quello che la contraddistingue è la struttura ad onda del cartone stesso. L’intervallo e l’altezza delle onde ne definisce la robustezza e pertanto il tipo di impiego. Le misure con le quali la scatola americana di cartone può essere fornita sono talmente varie da soddisfare tutte le esigenze di mercato.

Quello che poi fa la differenza è l’utilizzo della scatola stessa. Infatti una scatola potrebbe essere stata commissionata per una esigenza squisitamente protettiva, un’altra per una esigenza di sigillatura, integrata in quest’ultimo caso con l’utilizzo di un nastro void (un tipo di nastro adesivo che comunica irrevocabilmente se la confezione è stata aperta).

Altro aspetto che può far cadere la scelta su di un tipo di grammatura e di onda piuttosto che su di un altro è il peso di quello che sarà poi il contenuto da trasportare. Un peso leggero risulterà comunque più facile da gestire e meno propenso a provocare danni, un peso importante richiederà una gestione più attenta, più complessa, e di questo ne andrà tenuto conto al momento di commissionare la scatola.

Anche la lunghezza dell’intero percorso di logistica, oltre al contesto ambientale possono far cadere la preferenza su un tipo di scatola piuttosto che su un altro. Ci sono percorsi internazionali, nazionali e zonali e, come appena detto anche questo aspetto può fare la differenza. Insomma sono molti gli aspetti da considerare per ottimizzare l’imballaggio dei prodotti.

La scelta può essere complessa? Richiede competenze specifiche?

Non la definirei complessa, la maggior parte delle aziende hanno maturato competenze più che valide e ci inoltrano ordini più che dettagliati. Lì dove ci fossero ancora dei dubbi, c’è la nostra di competenza ed è a totale disposizione del Cliente.

Che cosa ci puoi dire relativamente ai tipi di apertura?

Anche in questo caso la scelta è vasta ed è totalmente condizionata dal tipo di trasporto e dal tipo di prodotto. Ci sono tipi di apertura che prevedono un movimento semplice, altre un movimento più articolato, alcune nascono per un utilizzo multiplo, ovvero per essere aperte e richiuse più volte.

Se mi permetti, a margine di quello che abbiamo appena detto, spenderei due parole sulle protezioni interne del prodotto. Anch’esse rivestono un ruolo essenziale e se utilizzate in relazione al tipo di scatola usata permettono risultati eccellenti. Ne vengono fornite di vari tipi, consistenza e forma. In alcuni casi seguono le dime del prodotto in altri vengono fornite in sfere o gocce cosi da adattarsi agli spazi, in altri ancora sono fornite in rotoli o fogli (pluribolle).